Oggi quando dobbiamo lavorare al computer o scrivere qualcosa ci viene spontaneo e naturale metterci alla scrivania con una sedia, magari anche ergonomica. In modo egualmente naturale, quando partecipiamo a un congresso o un evento e dobbiamo prendere appunti lo facciamo comodamente grazie alle sedie con mini scrittoio annesso, salvando così schiena e concentrazione. Ma gesti tanto semplici e ormai meccanici non sono nati dal nulla ed hanno dovuto attraversare secoli di trasformazioni prima di arrivare alla loro forma attuale e definitiva. Spesso tendiamo a dimenticare la storia e i processi che hanno portato a tutte le comodità di cui possiamo usufruire. Sedie e scrivanie sono prodotti di uso comune e ormai per noi sono oggetti comuni ma non è sempre stato così.
La sedia: un tempo un arredo per ricchi
Anticamente la sedia non era affatto un arredo basico disponibile per tutti come è per noi oggi. Disporre di una seduta tutta per sé era infatti una possibilità per pochi, simbolo di potere e comando. Le prime testimonianze di sedie risalgono all’antico Egitto. Nella Valle dei Re sono stati ritrovati sedili realizzati con materiali pregiati come ebano o avorio e dotati di zampe decorate e finemente intagliate. Anche nell’antica Roma la sella curilis, un sedile pieghevole a forme di ‘x’, era riservata al potere giudiziario e quindi prerogativa solo delle alte cariche pubbliche. Nel Medioevo le sedie erano riservate unicamente ai re e ai principi, mentre tutti gli altri usufruivano di sedute comuni come le panche, a volte senza schienale. Solo dopo il 1400 cominciò a diffondersi la sedia in una concezione più alla portata del popolo e non solo del clero e dell’aristocrazia. Le prime sedie erano fatte a stecche o a forbice ed erano una fusione della sella curulis romana e della sedia da campo araba. È in epoca moderna che la sedia diventa oggetto diffuso, elemento di sperimentazione e di design industriale con una grande varietà di modelli combinati anche alle scrivanie.
Un piano destinato a scrivere
Già gli antichi egizi avevano degli appoggi destinati alla scrittura dei papiri ma in realtà è solo verso la metà del Cinquecento che si manifestò l’esigenza di avere un tavolo studiato appositamente per la scrittura: lo scrittoio. Questo era niente altro che un mobile fisso o una panca utilizzata per scrivere, con un’evoluzione sempre maggiore dal Settecento in cui lo scrittoio si adatta anche al mondo femminile assumendo forme più piccole e aggraziate e dotandosi di piccoli cassetti o scomparti. Nel diciannovesimo secolo nasce poi il pedestal desk ovvero la scrivania da ufficio con un piano d’appoggio rettangolare in vari materiali, un vano centrale vuoto per le gambe e due file di cassetti a lato. Da lì la storia è tutta in discesa fino alle scrivanie di oggi in varie forme e stili di design.
E la sedia con tavoletta scrittoio?
La sedia con ribaltina-scrittoio rappresenta i due elementi fusi insieme per unire la necessità di stare seduti per tante ore con quella di prendere appunti. Diffusissima in ambienti universitari, in corsi, congressi, eventi è un’invenzione semplice ma geniale. Si trova in tantissime varianti di forma, colore, materiale e tessuto per adattarsi a tutti gli ambienti e a tutte le esigenze delle persone. È un’invenzione dell’epoca moderna in cui si sono moltiplicate le occasioni di studio e lavoro e il bisogno di praticità.
La prossima volta che prenderai appunti durante un congresso avrà tutto un altro sapore, ne siamo certi.