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Come arredare un ambiente di lavoro open space

INDICE

Ecco alcune soluzioni per arredare spazi di lavoro open space come uffici o concorsi pubblici grazie a scrivanie modulabili, pannelli e pareti divisorie.

Se negli anni ’60 Bob Propst ha inventato il sistema degli ormai famosi cubicoli con l’intento di migliorare l’action office, circa 20 anni dopo Harrison Owen ha sviluppato e promosso la soluzione di design per ufficio oggi è conosciuta come open space. Passare dalle deprimenti piccole celle chiuse all’ambiente di lavoro open space aperto e condiviso è piaciuto molto alle grandi società americane, in particolare a quelle che avrebbero poi dominato il mercato delle tecnologie digitali come Google e Facebook. Le ragioni del successo di questa nuova dimensione degli spazi professionali sono di tipo economico e organizzativo, e nonostante i numerosi limiti evidenziati, è ancora quella d’elezione per workplace fissi e temporanei, per eventi e concorsi pubblici.

Vediamo nel dettaglio come arredare un ambiente di lavoro open space, ideale per uffici e concorsi pubblici:

L’open space dall’ufficio ai concorsi pubblici

La soluzione dell’open space, tra scrivanie, pannelli divisori con diverse possibilità di personalizzazione, è indicata non soltanto per gli ambienti di lavoro tradizionali ma anche per i contesti in cui occorre mettere d’accordo funzionalità e versatilità. Spesso i luoghi scelti per ospitare eventi o selezioni come esami di stato, necessitano di essere allestite rapidamente, senza per questo trascurare aspetti quali la praticità e il confort degli utenti. A tal proposito proponiamo scrivanie ufficio open space estremamente versatili, in grado di garantire eccellenti prestazioni, velocità di montaggio e modulazione, così da facilitare anche le operazioni di sgombero al termine dei lavori.

Open space ufficio pro e contro

L’utilità o all’opposto l’inefficacia dell’open space ufficio sono argomenti tutt’oggi dibattuti, tra posizioni contrastanti che trovano rispettivamente sostegno in studi che ne dimostrano i benefici e altri che ne sottolineano le criticità. L’impostazione architettonica è sostanzialmente l’ultima tappa nel percorso di evoluzione degli ambienti di lavoro, dalle stanze delimitate da pareti, passando per i cubicoli fino agli attuali workplace condivisi. L’idea era ed è quella di favorire la comunicazione, l’interazione sociale, la collaborazione e non di meno stimolare anche la produttività riducendo il disagio di sentirsi come chiusi in gabbia. A queste motivazioni di tipo concettuale va poi aggiunta quella di ordine pratico, che più di tutte ha persuaso la componente imprenditoriale, vale a dire il consistente risparmio di spazio, risorse e materiali.

scrivanie in vetro in ufficio open space

Se sulla carta non sembravano esserci punti deboli, nella realtà le cose si sono però rivelate ben diverse in quanto la soluzione dell’open space ha mostrato più lacune di quante si potessero immaginare. Innanzi tutto viene sacrificata del tutto la privacy, per cui si è sempre esposti agli occhi e alle orecchie degli altri, un dettaglio che non sembra essere particolarmente gradito specialmente dai dipendenti di sesso femminile. Vadano bene poi il dinamismo e la maggiore aggregazione, tuttavia il rumore e le distrazioni visive rischiano di compromettere la concentrazione e quindi la qualità del lavoro. L’assenza di riservatezza e il caos possono generare stress, creando più problemi di quelli che in origine si intendeva risolvere abbattendo i muri degli uffici. Per finire un ambiente aperto rende più facile la trasmissione di virus e batteri, quindi ci si ammala più spesso e ciò non per nulla conveniente per un’azienda.

Per i sostenitori dell’open space molte di queste problematiche sono soltanto delle estremizzazioni di un sistema magari imperfetto ma sicuramente perfezionabile. Il rumore in eccesso può essere ad esempio risolto con delle cuffie per attenuare i suoni, le distrazioni esterne si possono ridurre con appositi pannelli, mentre per quanto riguarda ansia e produttività esistono ricerche attestanti che l’ufficio chiuso sai molto più deleterio rispetto a quello aperto. In sintesi a voler ascoltare tutti i pareri e gli studi, è scontato dire che non si va da nessuna parte. Ciò che è certo è che questo stile è destinato ad avere ancora vita lunga, almeno finché i colossi della Silicon Valley continueranno a promuoverlo come moderno, funzionale e vantaggioso. Questione di convenienza quindi ma anche di moda, perché in fondo nessuna impresa rischierebbe di sembrare obsoleta in un’epoca in cui innovazione equivale a valore aggiunto.

Arredamento ufficio open space

Alla luce di quanto detto, la discussione dei pregi e dei difetti del workplace condiviso sembra ridursi ad una questione di punti di vista, di dati statistici che ne smentiscono altri e fondamentalmente di scelte aziendali. Esistono però delle strategie di design che permettono di massimizzare gli aspetti positivi, eliminando possibili imperfezioni. Queste soluzioni agiscono nello specifico sul fronte delle distrazioni, dell’isolamento sensoriale e dell’inquinamento acustico.

Pannelli ufficio open space

Si tratta di un eccellente compromesso tra privacy e condivisione che prevede l’inserimento di semplici schermi in materiale plastico o legno, su ogni lato della

scrivania modulabile open space. In questo modo quando si sta seduti si può contare su una certa dose di intimità e non si rischia di essere distolti dal proprio lavoro a causa del movimento circostante. I pannelli possono essere dotati anche di superficie fonoassorbente, in grado di attenuare il rumore di fondo che disturba durante le sessioni al pc.

Divisori ufficio open space

A metà tra i pannelli e le pareti di separazione, i divisori sono elementi architettonici singoli che possono essere impiegati per assicurare una certa riservatezza alle postazioni, oltre che per delimitare meglio gli spazi. In questo caso si possono adottare anche sistemi di archiviazione e librerie chiuse o aperte, così da guadagnare metri quadrati e sfruttarli anche in maniera utile come complementi di contenimento.

Pareti divisorie ufficio open space

Una passo prima dei muri veri e propri ci sono le pareti divisorie, fisse o mobili, ideali per impostare il layout di un ufficio senza vincoli precisi e senza la necessità di effettuare lavori impegnativi o invasivi. Di norma la versione più comune è quella con superfici in vetro, o parzialmente trasparenti, così da risolvere ottimamente i problemi del rumore e della privacy, conservando però l’effetto scenografico dell’open space.

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